02 – 07 luglio 2024 – TEATRO FILODRAMMATICI, MILANO
Hai un’idea per uno spettacolo, ma non sai come procedere o da dove cominciare?
Perché una scena funziona e un’altra no?
Questo workshop intensivo, ormai collaudatissimo,
dà risposte concrete a queste domande.
Per una settimana intera Paolo sarà il tuo assistente creativo,
consulente, sparring partner, regista, e molto altro ancora!
PREZZI (early bird):
580 € (partecipanti, max 15)
140 € (osservatori)
ORARI
10:00 – 18:00 (con pausa pranzo).
I partecipanti al workshop, saranno selezionati. L’accettazione o meno della candidatura sarà
comunicata in ogni caso.
1° PARTE
ESERCIZI
Esercizi che sfidano e espandono il nostro solito “me stesso”.
LE INTENZIONI
Studio del mondo interiore dell’attore.
Quello che si legge negli occhi.
Diventare “trasparenti” fino al più piccolo dettaglio.
TRAINING
Elementi di danza, coreografia ed esercizi che sfidano e espandono il nostro solito “me stesso”.
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2° PARTE
STUDIO DELLE REGOLE
Una seconda parte in cui ci si concentra sulle regole che fanno si che una scena funzioni. Ciò significa:
IL GIOCO DRAMMATURGICO – IL CONFLITTO
Perché una scena funziona e un’altra no?
Quali sono le regole che la fanno funzionare e che catturano il pubblico? Studio dei Giochi teatrali.
Improvvisazioni e giochi con un occhio a scoprire le regole invisibili di una scena.
IL TIMING
L’arte di tenere l’attenzione.
Studio degli strumenti che aiutano a controllare il ritmo della scena e mantengono un contatto vibrante con il pubblico.
LO STILE
Imparare a identificare i generi e a mescolarli.
Visione di pacchi di video con un occhio allo stile, da Pina Bausch all’Era Glaciale, da Shakespeare a Shrek.
Creazione di nuovi generi mescolando quelli esistenti.
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3° PARTE
CREAZIONE DI SCENE – IL PROCESSO CREATIVO
Che cosa mi ispira? Come posso tradurlo in una scena?
In questa terza parte, Paolo Nani lavora come assistente creativo, offrendo la sua esperienza per la creazione di scene individuali e di gruppo.
Le scene possono essere proposte da chiunque e saranno discusse ed elaborate insieme a Paolo. Possono essere idee che si portano da casa o idee nate durante il workshop. L’obiettivo è quello di allenare la capacità di costruire situazioni che hanno una Gioco Drammaturgico chiaro, Stile, e un Timing che corrisponda allo stile – partendo da una foto, da un’idea, da un’immagine teatrale, una storia, un video, una musica, un personaggio, etc.
PORTA A CASA LE SCENE CHE HAI CREATO
Le scene prodotte saranno messe a disposizione degli studenti, come registrazioni video in formato mp4.
Ci sono un sacco di persone competenti, esperti della propria materia, che quando salgono su un palco diventano insicure, noiose, aride e monotone.
Magari tu sei un imprenditore che si fa un mazzo così da molti anni, sai il fatto tuo, ma non ti senti a tuo agio quando, parlando ad un pubblico, noti che qualcuno preferisce “scrollare” lo smartphone o chiacchierare con il vicino.
Forse saresti più efficace su quel palco, se una parte del tuo cervello non ti facesse sentire inadeguato.
Cosa cambierebbe nel tuo lavoro (e nelle tue tasche), se sentissi di avere l’attenzione incondizionata delle persone a cui ti rivolgi?
Te lo dico io: saresti il padrone della sala.
Non ci sarebbe più spazio per le insicurezze, grazie a quattro strumenti fondamentali:
1 – Un INIZIO FORTE, che acchiappa subito l’attenzione.
2 – La DRAMMATURGIA: come raccontare usando problemi, aneddoti, giochi e improvvisazione.
3 – TIMING: l’arte di usare le pause, i cambi di ritmo, volumi; in una parola: il Timing.
4 – Lo STILE: quale usare per quella situazione particolare?
E, dulcis in fundo, TI DIVERTIRESTI.
Essendo un attore che fa spettacoli in tutto il mondo da più di quarant’anni, ho identificato e sviluppato una serie di strumenti – basati fortemente sul linguaggio del corpo – che permettono di mantenere l’attenzione del pubblico viva e vibrante.
Con esercizi mirati e un lavoro individuale di gruppo impariamo a fare “Jazz”, scoprendo una serie di strategie invisibili a un profano:
la sospensione, l’interruzione, i non-sense, il monologo interiore, l’uso dei rumori, dei silenzi, del ritmo, degli alti e bassi, l’accelerazione, il tormentone, il dentro e fuori, quello che non dico – e in generale la capacità di essere personali e di saper interagire e improvvisare con il pubblico.
Durante i workshop propongo questi strumenti ai partecipanti in gruppo.
Poi analizzo il loro uso, adattando e consigliando ciascuno individualmente.
L’obiettivo è essere sempre diversi, ma ugualmente efficaci ed avvincenti, anche se si dovesse ripetere la stessa presentazione a due platee diverse nello stesso giorno.
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